Lavoratori in nero che vivono nella porcilaia…

Allora, non ci siamo, no. Questa storia dei lavoratori in nero che sono stati trovati in una porcilaia di una azienda agricola e vitivinicola non ci voleva.

Non ho voluto precisare di dov’è anche se dopo ve lo dirò, perché questo è un flagello nazionale.

E tutti da nord a sud ne siamo colpevoli, ma non siamo i soli.

Parte tutto da un articolo dell’Unione Sarda  il mio sdegno, ma ci tengo a precisare che non c’entra nulla la Sardegna, un isola che io adoro.

E poi anche l’azienda coinvolta era in Sardegna ma non di proprietà Sarda, quindi astenetevi nei commenti voi che amate colpevolizzare certe regioni Italiane, perché come detto all’inizio questa è una piaga nazionale.

Dalla Sicilia al Trentino si sa, che ci sono i cosiddetti furbetti delle aziende agricole.

Parlo di quelli che non solo tengono i lavoratori in nero, ma li sottopagano. Qui si va oltre. Sottopagati ed anche tenuti in condizioni pietose.

Dormire in una porcilaia, lavarsi in una porcilaia e fare i bisogni…a terra.

Bene, questo vi sembra umano?

A me no. Ora, io non berrò mai i vini di questa azienda, ma quante altre ce ne sono?

E non si parla solo di vino. Raccolta di pomodori, mele, e poi?

Ma diciamoci la verità, di chi è la colpa?

Di chi lo permette e di chi si presta.

Si, l’ho detto, di chi si presta, perché se tutti dicessimo no, per questi signori sarebbe la fine.

Ed invece no, extracomunitari ma non solo, anche gli Italiani, ricordate la signora morta alcuni mesi fa?

Tutto ciò è molto triste, ma secondo voi si può fermare?

Per me si, se nessuno cede al ricatto, se nessuno accetta di lavorare in nero o se i lavoratori in nero chiedono comunque condizioni migliori e tutti si coalizzano, allora questa può essere la soluzione.

Sono un pazzo? Sono un sognatore, irrealista? Può darsi, ma è ora di finirla…

Vergari Samuele

Pubblicato da Vergari Samuele

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