FoodWineBeer presenta: Montonale a Vinitaly

FoodWineBeer è lieto di annunciare che CON MONTONALE ARRIVA A VINITALY IL “LUGANA INASPETTATO”

 La cantina di Desenzano del Garda sarà a Verona con la gamma completa, l’immagine rinnovata e un gustoso abbinamento.

 

Desenzano del Garda, 31 marzo 2017 – Debutto veronese per la cantina Montonale dei fratelli Claudio, Roberto e Valentino Girelli, che presentano a Vinitaly (Palaexpo Lombardia, area Lugana, C11) la gamma completa dei loro vini.

Quarta generazione di vignaioli, i Girelli vivono il Lugana come vino identitario e longevo, capace di evolvere nel tempo offrendo terziarizzazioni espressive e inaspettate. Ciò è evidente all’assaggio del loro Montunal, e ancor di più nel monovigneto Orestilla.

Da provare al loro stand anche il Rosa di Notte, Chiaretto Garda Classico che ha già catalizzato l’interesse degli addetti ai lavori a Prowein. Il Chiaretto sta conoscendo una nuova stagione di successi, con un incremento delle vendite soprattutto negli Stati Uniti.

Di nuova introduzione i rossi La Venga, Marzemino e Barbera di grande immediatezza, e La Conta, Cabernet Sauvignon e Merlot pieno e rotondo, creato con uve raccolte nello stesso vigneto da cui originò la storia aziendale: fu infatti piantato nel primo Novecento dal bisnonno Francesco Girelli.

Allo stand, i Lugana saranno offerti in abbinamento a un assaggio di luccio in carpione su crostino di polenta del Garda da farina macinata a pietra: due specialità locali che trasmettono il legame con il territorio e valorizzano l’attitudine all’abbinamento di Montunal e Orestilla.

Montonale arriverà in fiera con packaging completamente rinnovato, minimalista e curato. Curioso il pittogramma in etichetta, ispirato alla proporzione aurea: è un segno grafico che esprime il desiderio di miglioramento continuo dell’azienda.

Tutti i vini sono reperibili in selezionate enoteche e nella cantina situata nel piccolo borgo di Montonale a Desenzano del Garda, una struttura ecosostenibile con pareti in paglia di riso e impianto fotovoltaico, circondata dai vigneti di proprietà.

Parliamo ora dell’azienda, del territorio e dei vini che produce:

1942, IL MONITO DELL’AGRONOMO

Camillo Pellizzari, agronomo e arguto commentatore delle tradizioni bresciane, nel 1942 dedicò un libello al Lugana e ai suoi vini.

Oltre a magnificare la bellezza del territorio che si estende sotto la penisola di Sirmione, Pellizzari provocava così il lettore: “Sarebbe assurdo addormentarsi sui risultati ottenuti e rinunciare alle più brillanti prospettive dell’avvenire”.

Ottant’anni dopo, nonostante l’innegabile evoluzione vissuta dal territorio, il suo monito resta attuale. Perché non basta un clima favorevole o un suolo vocato, e neppure la tradizione o la tecnica, per fare vini da ricordare. Serve un passo ulteriore, fatto di entusiasmo, perseveranza e ardimento: qualità che dalle parti di Montonale abbondano.

MONTONALE: LE ORIGINI

Sulla sponda meridionale del Garda, dove i territori di Brescia e Verona si incontrano, fu scritta una bella pagina di storia del vino.

Il suo prologo risale agli inizi del Novecento, protagonista Francesco Girelli, uomo determinato, carattere solido e mani abituate al lavoro.

Francesco allevava bestiame in un casolare a Desenzano, in località Conta, ed era un agricoltore testardo e ambizioso: per fare vino meglio dei suoi vicini di podere dissodò due ettari di terreno servendosi soltanto di un badile. Su quel campo ben esposto impiantò Turbiana, Cabernet Sauvignon, Merlot.

I suoi sforzi furono ripagati dalla bontà dei vini: si narra che durante il travaso del Lugana, attirato dal profumo, il vicinato accorresse chiedendo un assaggio.

Il figlio Aldo continuò la tradizione paterna con il fratello Luigi. Acquistò altri sei ettari di terreno che piantò a Barbera, Marzemino e Turbiana.

Era tempo di guerra, la miseria era di casa: basti pensare che per sostenere le vigne si utilizzava un palo di robinia diviso in quattro esili parti.

Aldo però aveva ereditato il carattere deciso del padre: dovendosi spostare spesso per trasportare il bestiame, creò sul carro uno spazio idoneo ad alloggiare fusti di vino, che vendeva ai suoi clienti lungo l’arco alpino: in Trentino, Valtellina, Svizzera, fino al Passo dello Stelvio. Insieme al vino, Aldo trasportava giare del fruttato olio gardesano. Un inconsapevole ambasciatore del territorio d’antan!

Intanto, l’Italia entrava in una nuova fase della sua storia. Correva la fine degli Anni Sessanta, i contadini migravano verso le città, attirati dal miraggio di un salario nell’industria. La mezzadria era solo un ricordo e la vecchia aristocrazia viveva quasi barricata, intimorita dalla “minaccia sovietica”.

In quel contesto instabile, i Bertani, nobili possidenti locali, decisero di vendere il loro latifondo, quasi 350 ettari. Entrò quindi in scena Luciano, figlio di Aldo Girelli.

Il giovane acquistò 60 ettari di terreno, già in parte vitato a Turbiana. Allevatore come il padre e il nonno, Luciano non aveva una formazione enologica e metteva a frutto l’esperienza tramandata dai suoi avi. Durante una vendemmia conobbe la sua sposa, Margherita, arrivata come lavoratrice stagionale dalla Valle Camonica.

Gli anni passavano faticosi ma sereni in casa Girelli, fino alla scomparsa del padre: da quel momento, divisioni ereditarie mortificarono la genuina passione di Luciano per la viticoltura.

I vigneti furono quasi completamente espiantati e i terreni destinati a seminativo. L’ultima mesta vendemmia, nel 1998, si svolse su dieci filari soltanto.

Due anni dopo, però, arrivò l’occasione insperata: un prozio decise di cedere a Luciano un ettaro piantato a Turbiana, Merlot e Marzemino. E fu allora che Roberto, secondogenito di Luciano, chiese al padre di rinverdire la tradizione enologica di famiglia.

MONTONALE: UN NUOVO DOMANI

Roberto Girelli, con i fratelli Claudio e Valentino, aveva respirato sin da ragazzino i profumi della cantina e conosciuto la fatica delle vacanze trascorse in vigna.

Il padre lo chiamava scherzando “capo cantiniere”, per la compostezza con cui lo aiutava a svinare o travasare, ma per Roberto fare vino era una questione molto seria.

Appena ventenne, nel 2002, segue la sua prima vendemmia: i mosti fermentano in quattro botti di cemento resinate a mano dal ragazzo. L’anno dopo presenta 800 bottiglie con il marchio Girelli, vendute agli amici di famiglia. Intanto, si iscrive alla Facoltà di Viticoltura ed Enologia di Verona, nonostante il padre, conscio delle fatiche della campagna, cerchi di dissuaderlo.

Il primo Lugana arriva con la vendemmia 2004 e nel 2005 la famiglia pianta altri cinque ettari di vigneti a Turbiana e altre varietà a bacca rossa. Dal 2010 l’azienda prende il nome di Montonale, come la località in cui sorge. Si continua a vinificare nella cascina di famiglia fino al 2012, anno in cui è ultimata la nuova cantina.

Finalmente nuovi vigneti produttivi, nuovi impianti per la spremitura e la vinificazione: la “voglia di andare oltre”, di esplorare le possibilità del territorio che guida Roberto, può diventare realtà.

Il giovane non è solo in questa avventura: lo accompagnano i fratelli Claudio e Valentino. Claudio, il primogenito, una laurea in economia e un passato da promoter finanziario, aveva sempre covato nostalgia per la tradizione enologica di famiglia. Condiviso il progetto del fratello, nel 2010 è entrato in azienda come responsabile amministrativo e referente per il mercato tedesco.

Valentino, il più giovane dei tre, ha invece sempre manifestato una predilezione per la vigna. Laureando in Viticoltura ed Enologia a Milano, si occupa del comparto agricolo.

Tre figure diverse ma con un’idea comune: dare ai vini Lugana un nuovo futuro. Perché per i Girelli la Turbiana è molto più di un nettare beverino da consumare a bordo lago. Da lei possono arrivare vini identitari e longevi,capaci di migliorare nel tempo, per offrire al degustatore paziente terziarizzazioni espressive e inaspettate.

TRA LE VIGNE

È risaputo che il Lago di Garda, luogo principe del turismo europeo, gode di un microclima privilegiato, tanto che, insieme a vite e olivo, sulle sue sponde si coltivano persino agrumi.

Non tutti invece conoscono l’importanza dei venti che ininterrottamente lo accarezzano. Questi causano una drastica escursione termica che favorisce l’aromaticità delle uve e ne tutelano lo stato sanitario. I più importanti venti del lago sono l’Ora e il Pelèr: il primo arriva da Sud e soffia dal mezzogiorno al pomeriggio inoltrato, il secondo scende dalle montagne e increspa le acque dal tramonto al mezzodì del giorno dopo.

Proprio sulla rotta di tali venti si trovano i vigneti di Montonale, che godono quindi appieno di questi vantaggi.

Le vigne di Montonale si estendono per 25 ettari intorno alla cantina, su un terreno argilloso, ricco di scheletro e calcare, che conferisce alle uve un grande potenziale in mineralità, finezza e aromaticità, essenziali per ottenere vini di estrema eleganza.

Per ogni varietà è stato selezionato il suolo più idoneo. I filari sono orientati Nord-Sud e allevati a Guyot modificato ad archetto, con 6/8gemme. Valentino Girelli ha scelto di seguire i dettami dell’agricoltura integrata. A Montonale si fertilizza con sostanze naturali, humus e stallatico, e si pratica l’inerbimento sull’interfila.

All’invaio sono effettuate sfogliature e diradamenti severi: nelle annate propizie si ha una alleggerimento del carico d’uva del 10-15 per cento, ma nel problematico 2014 si è sfiorato il 50 per cento.

La tignoletta è monitorata e combattuta tramite la confusione sessuale, con ampolle di ferormoni, evitando l’impiego di insetticidi.

La vendemmia è manuale, in casse forate, e coinvolge 30 addetti. Si raccoglie dalla terza decade di settembre sino alla fine di ottobre: un periodo lungo, perché vengono effettuati più passaggi nello stesso vigneto in modo da raccogliere solo grappoli maturi al punto giusto.

IN CANTINA

La cantina è stata costruita con pareti in paglia di riso, materiale traspirante che garantisce un microclima salubre al suo interno. Sulla copertura dell’edificio è installato un impianto fotovoltaico da 96kW, che assicura la completa autonomia energetica della struttura, riducendo drasticamente le emissioni di anidride carbonica.

In cantina sono collocati:

– Una pressa da 80 quintali a doppia membrana, per la spremitura soffice in assenza di ossigeno

– Una pigiadiraspatrice, dedicata alle uve a bacca rossa

– Un fermentino da 200 ettolitri, per la vinificazione in rosso

– 22 serbatoi in acciaio inox termocondizionate, con capienze dai 30 ai 300 ettolitri

– 30 tonneaux da 500 litri in rovere di Allier, realizzati con legni non tostati e piegati a vapore

– 2 anfore in ceramica da 500 litri

Prima della fermentazione dei bianchi, il mosto è raffreddato a 6° C, la polpa tenuta in sospensione per 10 giorni e agitata 3 volte al dì. Questo laborioso procedimento aiuta l’estrazione delle componenti aromatiche e dei polisaccaridi, che esaltano il frutto e donano complessità ed equilibrio. In seguito, i mosti sono illimpiditi per decantazione statica naturale, senza l’utilizzo di chiarificanti. Roberto Girelli lascia fermentare spontaneamente i vini con lieviti indigeni, per esaltare l’interazione tra il territorio e il suo prodotto.

La permanenza sulle fecce nobili è di almeno 6 mesi, tempo che Roberto ritiene fondamentale per il raggiungimento dell’equilibrio. Durante questo periodo vengono effettuati regolari bâtonnage

A Montonale non si utilizzano allergeni per chiarificare e i solfiti si mantengono a quote basse: 75 mg/l è il valore medio della solforosa totale all’imbottigliamento.

I vini sono imbottigliati in borgognotte di taglia leggera (500 grammi) e chiuse con tappi in sughero monopezzo provenienti da Sardegna e Portogallo. Quest’ultima è una scelta dispendiosa ma necessaria, perché l’unica che consente la più favorevole evoluzione naturale del vino.

LE BOTTIGLIE

L’impegno di Claudio, Roberto e Valentino Girelli si concretizza in sei vini, inaspettate espressioni del territorio di Lugana.

MONTUNAL Lugana, dal nome dialettale della località, è un Turbiana 100% affinato 6 mesi in acciaio sulle fecce nobili. Le sue intriganti note di pietra umida su una base fruttato-aromatica sono da sperimentare con antipasti sfiziosi (80mila bottiglie/anno, 10 euro in enoteca).

Piacevole, immediato e al contempo elegante e complesso, Montunal esprime la più schietta identità del territorio di Lugana

ORESTILLA Lugana,da uve Turbiana in purezza, è maturato 8 mesi sulle fecce nobili e 10 mesi in bottiglia. Sensazioni di frutta esotica, zafferano e pietra focaia per un bianco dal gusto sapido e deciso, la cui mineralità accompagna egregiamente zuppe di pesce (4mila bottiglie, 14 euro in enoteca).

Il “fratello maggiore” di Montunal deve la sua impronta ricca e complessa alle caratteristiche peculiari del vigneto omonimo, con un’eccellente esposizione a Sud.

ROSA DI NOTTE Chiaretto Garda Classico, è un’unione di Groppello, Marzemino, Barbera e Sangiovese. Gli acini macerano a freddo per una notte e donano al vino una tinta rosa brillante. Note floreali e fruttate, acidità vivace, è un vino eclettico da provare con fritture di pesce o di verdure (8mila bottiglie/anno, 10 euro).

“Pretty in pink”: versatilità e piacevolezza ma con un taglio per nulla scontato, Rosa di Notte è l’omologo del Montunal vestito di rosa.

LUCE D’ALBA Brut Metodo Classico Millesimato, è la versione spumeggiante del Lugana, da uve Turbiana 100%. Affinamento delle basi in acciaio per 8 mesi sulle fecce nobili, seconda fermentazione in bottiglia, 30 mesi di permanenza sui lieviti. Vivace acidità minerale, cremosità, è una bollicina che non teme abbinamenti ricercati (3mila bottiglie/anno, 16 euro).

Le uve sono raccolte alle prime luci del mattino, da qui il suo nome, per preservarne l’integrità. Un Lugana rifermentato in bottiglia dove il vitigno è spinto all’ennesima potenza, trovando nuove modalità espressive. Una sfida da lanciare nelle migliori vendemmie.

LA VENGA Benaco Bresciano Rosso, nasce da uve Marzemino e Barbera, matura 8 mesi in vasche d’acciaio e 6-8 mesi in bottiglia. Il sorso è equilibrato, intensamente fruttato. La piacevole acidità lo rende perfetto abbinamento a primi piatti corposi (4mila bottiglie/anno, 12 euro).

La vivacità della Barbera si fonde alla morbidezza del Marzemino; frutto croccante e vibrante personalità, un vino eclettico che invita al riassaggio

LA CONTA è un taglio Cabernet Sauvignon e Merlot affinato almeno 12 mesi in tonneaux e 18 mesi in bottiglia. Complessità, accenni speziati, tannini setosi: un grande vino da carne rossa e formaggi stagionati (2mila bottiglie/anno, 20 euro).

Racchiude l’autorevolezza e l’eleganza che caratterizzano l’unione dei due vitigni; arriva da un podere dall’antica vocazione per le uve a bacca rossa e porta con sé il ricordo del bisnonno Francesco e del suo primo vigneto piantato a Montonale.

UNO SGUARDO ALL’ABITO

Osservando le bottiglie di Montonale è evidente la cura estrema della vestizione, contrapposta a una voluta mancanza di orpelli.

Il packaging ideato da SGA Wine Design è minimalista, ma valorizzato dalla ricercatezza dei materiali utilizzati. Questo crea un’interessante dicotomia, che rimanda all’anima stessa dell’azienda: solida e concreta, ma anche tesa alla ricerca del piacere sensoriale.

Una tensione che ricorre nel decoro verticale dell’etichetta, disegnato secondo le regole della proporzione aurea. Un tratto “liquido” e leggero, che sembra muoversi verso l’alto, alla ricerca di nuovi orizzonti.

AZIENDA AGRICOLA MONTONALE di Girelli Roberto – Loc. Montonale Basso, 6 – 25015 Desenzano del Garda (BS) – Italia P. I. 03040510988 – C.F. GRLRRT81A28D284R | Tel. +39 0309103358 – [email protected]

www.montonale.com

Vergari Samuele

Pubblicato da Vergari Samuele

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