Gran bella serata quella a base di Mora Romagnola al Piccolo Restaurant , ma non è stata solo cibo e vino , perché per la serie non si finisce mai di imparare , mi hanno anche raccontato la storia di questo suino. Scopritela assieme a me , su FoodWineBeer.it
Come può accadere che un suino come la Mora Romagnola , oggetto di allevamento , arrivi quasi vicino all’estinzione ?
Beh mettetevi comodi, la storia è semplice ma interessante e ve la voglio raccontare.
Negli anni antecedenti alla seconda guerra mondiale , la Mora Romagnola era molto diffusa tra gli allevatori del forlivese e del faentino , in quanto razza autoctona era il maiale di cui andare fieri , tanto che nel primo dopoguerra se ne contavano oltre 22.000 capi.
Ma la crescente domanda di cibo richiedeva un prodotto che raggiungesse dimensioni maggiori in minor tempo , e così si diffuse il classico maiale rosa ovvero il large white , molto più adatto all’allevamento intensivo.
Si perché la Mora Romagnola ha bisogno di due anni per maturare prima di poter essere macellata ed inoltre questo suino dal pelo nero e riccio simile al cinghiale , raggiunge al massimo i 300 kg , ed inoltre è poco prolifica.
Così venne progressivamente abbandonata oppure incrociata per ottenere alcune razze con caratteristiche più simili al large white.
Però c’è stato chi è riuscito a mantenere un piccolo allevamento di razza pura , il signor Mario Lazzari aveva infatti reperito una dozzina di capi e partendo da 3 scrofe ed un verro selezionati è riuscito a ripopolare la zona del faentino , ed oggi grazie al COPAF ed al gruppo alimentare Spadoni ci sono circa 900 capi di mora romagnola pura in allevamenti selezionati e non intensivi tanto che dal 2006 la mora è diventata presidio slow food , perché chi perde un sapore perde il sapere.
Prima di passare al suo uso culinario ed ai piatti degustati mi sembra giusto e doveroso mostrarvi un contributo fotografico di questo splendido suino in compagnia del sig. Lazzari:
Bene ora vediamo cosa si può fare con la carne colorita , tenera e saporita ma un pochino grassa di questo animale , oltre ovviamente a dei gustosissimi salumi e ad un ottimo lardo , scuro di colore ma pieno di gusto.
Un utilizzo veramente azzeccato è quello di usarla per un ragù , come quello che ha condito le tagliatelle dell’immagine che avete visto in apertura all’articolo. Avevo già potuto apprezzare la cinta senese nelle stesse vesti e devo dire che la Mora Romagnola si difende bene.
Allo stesso modo le sue carni ottime alla brace , si sono rivelate sicure protagoniste di un piatto dove spalla , salsiccia e costarelle sono state cotte in padella con dei cardi.
Risultato sublime con tanto di complimenti allo chef del Piccolo Restaurant , che però ha girato parte del merito all’ottima materia prima.
Ovviamente il tutto è stato sapientemente innaffiato dai giusti vini , lambrusco in apertura e sangiovese a seguire , ma questa è un altra storia che vi racconterò a breve !
Per approfondimenti ulteriori:
Sito COPAF –> http://www.consorziomoraromagnola.it
Sito Agraria.org –> http://www.agraria.org/suini/moraromagnola.htm
Gruppo alimentare Spadoni –> https://www.facebook.com/MolinoSpadoni
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